Atypical, quando anche le serie tv fanno riflettere

Autismo, si parla di questo nella nuova serie firmata Netflix, disponibile sulla piattaforma dall’11 agosto.

Fonte Netflix

Sam è il protagonista, un ragazzo affetto dalla sindrome di Asperger, un disturbo chiamato anche “autismo ad alto funzionamento”. Sam infatti è in grado di svolgere molte attività autonomamente mentre in altre ha bisogno del supporto di chi gli sta attorno. Non tutti sembrano accorgersi subito che lui è un ragazzo speciale, dagli studenti della sua scuola ai passeggeri del pullman, sviluppando così situazioni comiche e drammatiche allo stesso tempo. Sam è in cura dalla dottoressa Sasaki, giovane e carina, che gli propone di cercare una ragazza e di compiere azioni, per i normodotati banali come acquistarsi gli abiti in base ai propri gusti, per aiutare la propria autonomia. La serie si sviluppa sulla ricerca di Sam dell’amore, non capendone appieno il significato e chiedendo aiuto alle persone che gli sono vicine, come i genitori, la sorella e l’amico Zahid, un personaggio davvero particolare.

Mi fermo qui con la trama, non voglio spoilerare tutta la serie e mi limiterò a scrivere le mie impressioni. Sono sincera nel dire che conosco poco il mondo dell’autismo, nonostante si sente parlare sempre più spesso di questa sindrome e si hanno a disposizione molte più informazioni rispetto ad anni fa ma non ho conoscenza diretta della malattia. Sam, comunque mi sembra un personaggio ben costruito e l’interprete ha saputo caratterizzare bene molti aspetti della malattia ma anche quelli di un semplice adolescente, così quelli dei familiari, ognuno alle prese con le proprie debolezze.

Mi è davvero piaciuta questa serie e la consiglio a tutti, noi in famiglia l’abbiamo vista tutti insieme e ci ha permesso di parlare ai nostri bambini (ad ognuno secondo la propria età) di molti temi, dalla disabilità che sempre più spesso si incontra a scuola, all’adolescenza che è una porta quasi aperta per il mio bambino grande.

La consiglio anche perché, nonostante il racconto sia in alcuni tratti profondo, in altri è molto leggero e piacevole da guardare, molte sono le situazioni comiche che sdrammatizzano la serietà dell’argomento e fanno gustare la serie tutta d’un fiato. Ma si sa, io sono una serial addicted e ora attendo la seconda stagione.

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